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2012-05-05 10:44:35 UTC
Nella seconda metà del mese di marzo ha iniziato ad accusare dolori addominali persistenti. Vedendo che nelle successive due settimane il dolore non si alleviava, quasi a ridosso della Pasqua ha iniziato a fare i primi controlli. Tramite gastroscopia le è stata diagnosticata l'ascite e da lì sono state necessarie altre analisi.. TAC con mdc, colonscopia.. In buona sostanza, le è stato diagnosticato un tumore maligno al pancreas. Inizialmente, tramite il mio ragazzo avevo appreso che si trattava di un tumore alla testa del pancreas, poi, dopo le dovute visite al San Raffaele, sembra che sia parlato di "massa voluminosa sul corpo del pancreas". Di metastasi non sembrava si parlasse, ma da poco ho sentito sempre tramite il mio fidanzato che si era iniziato a parlare di secondarismi epatici (chiamamoli come vogliamo, ma metastasi sono...).
Avrebbe dovuto iniziare la chemio ieri, ma l'ascite era davvero eccessiva (e causa di affanno, difficoltà a respirare nei giorni precedenti, oltre al dolore..) e hanno optato per una paracentesi con conseguente ricovero.
Oggi l'ho sentita al telefono per la prima volta dopo quasi 20 giorni (prima preferiva non parlare al telefono perché si affannava e stava poco bene). Ha richiesto lei stessa di sentirmi, dopo che il mio fidanzato le ha detto quanto io e la mia famiglia ci interessiamo al problema etc.. Al telefono mi è parsa affannata, come al suo solito cercava di evitare di lamentarsi ma è chiaro che non sta bene..e mi ha anche detto: "Ti raccomando mio figlio". Questa cosa mi ha spezzato il cuore, lo ammetto.. mi ha proprio spiazzata. Voglio dire, sono cosciente del fatto che il tumore al pancreas sia attualmente uno dei peggiori, per le scarse percentuali di sopravvivenza, per via del fatto che è asintomatico (e quindi non è facile accorgersi inizialmente di star male), perché anche superandolo i casi di recidiva sono altissimi.. insomma, è un casino ed io, lo ripeto, sono perfettamente consapevole che la situazione non è bella. Lei poi è stata infermiera per tanti anni e quindi è cosciente della situazione..e pur essendo sempre stata una persona che reagisce e che non tende a buttarsi giù facilmente, sicuramente è anche realista.
Stando a quel poco, pochissimo che vi ho detto, qualcuno di voi che magari ne ha le competenze o che ha avuto esperienza del problema, sa darmi un'idea più precisa delle possibilità di sopravvivenza, del tempo che le rimane... I medici non si sono affatto espressi in tal senso. Considerate che in seguito alla prima diagnosi le era stato detto che si sarebbe dovuta operare, poi dopo le ulteriori analisi approfondite le è stato detto che avrebbe dovuto fare sei mesi di chemio e vedere come andava, prima di pensare all'operazione.. questo che vuol dire? Si tratta della cosiddetta chemio primaria (quella che viene praticata per provare a ridurre il tumore e agevolare l'operazione) o di una semplice chemio palliativa, stando alle informazioni che vi ho dato? Come vedete, io sono abbastanza informata di mio, ma non ho comunque le competenze sufficienti per fare diagnosi. E con il mio fidanzato non faccio certo discorsi di questo tipo..
Grazie a chiunque volesse/potesse rispondermi..!