Le risposte sono più o meno tutte simili. Ma non può che essere così.
Sto anch'io, con la mia famiglia, vivendo una terribile esperienza che è anche una terribile aspettativa di un esito infausto.
Purtroppo, solo nel momento in cui vieni a contatto di questa "concreta" realtà, ti rendi conto che anche tu sei costretto a conoscerla. Frase fatta, ma è proprio così.
Immaginate un turacciolo di sughero in mezzo al mare. La stessa sensazione che "vive" un turacciolo in quelle condizioni è la stessa che sto vivendo io, e la mia famiglia, alla disperata ricerca di possibili soluzioni (o palliative) alla malattia.
Rispetto a tutto quello che sta dietro le "quinte", anch'io ho buoni motivi per credere che tutto quello che ci viene propinato non sia così vero. Ci sono grandi interessi e grandi organizzazioni in campo. Che fanno il loro gioco.
Tuttavia, voglio anche pensare che ancora non si sia pervenuti, per obiettivi limiti della medicina moderna, a una soluzione del problema-cure. Viceversa, ho sperimentato che l'organizzazione medico-ospedaliera, per la normalità della gente, pecca di una grande superficialità nell'approccio alla diagnosi (esame obiettivo del paziente) ed ha un atteggiamento fatalista nella strategia terapeutica.
Rispetto a quello che si può o si deve ancora fare, mi sto aggiornando su internet e tramite amici medici e riflettendo in continuazione. La conclusione è ancora lontana. Ciao a tutti.