Morbo di Crohn
E' una malattia cronica di natura infiammatoria (e quindi non tumorale) che solitamente interessa tratti del piccolo (soprattutto ileo terminale) e grosso intestino (colon) ma in alcuni casi può coinvolgere tutto il tubo digerente dalla bocca all'ano. Solitamente sono interessati dall'infiammazione pochi centimetri di intestino ma spesso i segmenti colpiti sono più di uno ed appaiono intervallati da tratti normali. Infatti un sinonimo della malattia di Crohn è "ileite terminale" o ileite segmentaria".
Si è calcolato che in Italia ogni anno si diagnosticano 3-4 nuovi casi per ogni 100.000 abitanti e dunque non è una malattia molto frequente. Non se ne conoscono le cause ma sono stati ben identificati alcuni fattori di rischio come il fumo di sigaretta ed i contraccettivi orali.
Una malattia di Crohn va sospettata in diverse condizioni cliniche come ad esempio una diarrea di lunga data associata a dimagrimento; dolore specie nella regione dell'appendice a volte accompagnato dalla sensazione di non riuscire ad emettere feci o gas (subocclusione); formazione di piccole fistole soprattutto nella regione anale e così via. La diarrea, specie quando è coinvolto il piccolo intestino, sottintende un malassorbimento e quindi una perdita di sostanze nutritive (proteine, minerali ecc.) e quindi uno scadimento delle condizioni generali.
Poiché la malattia di Crohn è così diversificata nella sua presentazione clinica, la diagnosi risulta spesso tardiva. Raramente viene posta la diagnosi dimostrando l'alterazione istologica tipica (granuloma) e di norma la sintesi delle informazioni provenienti da indagini diagnostiche di tipo diverso concorrono, unitamente ai segni clinici, a formulare la diagnosi. Gli esami diagnostici utili sono: la colonscopia con il prelievo di piccoli campioni di tessuto, il clisma del tenue (esame radiologico che studia il piccolo intestino somministrando il bario per bocca), la scintigrafia con leucociti marcati, l'ecografia addominale. Quando si manifestano delle complicanze come la formazione di piccole raccolte di pus nei tessuti (ascessi) può essere utile ricorrere ad esami più complessi come la TAC (Tomografia assiale computerizzata) e la RMN (Risonanza magnetica).
La malattia di Crohn spesso risponde alla terapia medica con farmaci che curano l'infiammazione (mesalazina o 5-ASA e cortisone), controllano i batteri dell'intestino (metronidazolo, ciprofloxacina), riducono i processi immunitari (azatioprina, 6-mercaptropurina) a volte inibendo in modo selettivo molecole particolarmente coinvolte nell'infiammazione (infliximab). Spesso è necessario il ricorso alla terapia chirurgica. Questa consiste o nella sezione dei brevi tratti di intestino infiammato o nella dilatazione di tratti più ristretti (stenosi) o nella cura delle fistole e nel drenaggio del pus che si forma in alcune aree particolarmente infiammate (ascessi).
Un'infiammazione di lunga data che interessa il colon-retto può predisporre alla formazione di un carcinoma in questo tratto. Questo rischio coinvolge però una bassa percentuale di pazienti e può in parte essere anticipato con un'adeguata sorveglianza clinica.
Fortunatamente la malattia alterna periodi di attività, spesso invalidanti, a periodi di remissione anche prolungati. In remissione, se è mantenuto un buono stato nutrizionale, il paziente potrà sostanzialmente presentare una buona qualità di vita. Generalmente nelle fasi di remissione non sono necessarie particolari limitazioni alimentari o dell'attività fisica.
La relativa rarità della malattia, la diagnosi non sempre agevole, la complessità del momento diagnostico e delle strategie terapeutiche sia mediche che chirurgiche, la necessità di protocolli di sorveglianza suggeriscono l'opportunità che questi pazienti siano seguiti da Centri di riferimento in cui si integri l'opera di gastroenterologi, chirurghi coloproctologi, nutrizionisti, radiologi ecc. particolarmente esperti nel settore.
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